L’INVINCIBILE ESTATE DI LILIANA

di Cristina Rivera Garza, edito in Italia da SUR, Roma 2023
traduzione dallo spagnolo di Giulia Zavagna

LA STORIA

Siamo nel 1990. Liliana è una giovane studentessa di architettura che frequenta l’università a Città del Messico. Ha venti anni, ama il cinema, i libri, la musica, è piena di interessi e di amici che la adorano considerandola una ragazza speciale e verso i quali lei nutre un affetto sollecito e quasi protettivo. L’unico lato oscuro nella vita di Liliana è Angel, il fidanzato che ha da quando era ancora alle scuole superiori. Angel è un tipo carismatico, violento e possessivo, che non accetta che la ragazza si muova libera verso nuovi orizzonti poiché teme di perdere il controllo su di lei. Gli avvenimenti precipitano quando Liliana, riscoprendo dentro di sé la forza di “un’invincibile estate” e volendo una volta per tutte sottrarsi all’inverno malato della sua relazione con Angel, decide di tagliare i ponti e comunica al fidanzato la sua volontà di trasferirsi a Londra per un master.
Così, il 16 luglio 1990, di notte, Angel riesce a intrufolarsi nell’appartamentino di Liliana a Città del Messico e la uccide. Il femminicidio rimane impunito perché il suo autore riuscirà a scappare.
Trenta anni dopo Cristina Rivera Garza, sorella di Liliana, ritorna alle origini di quella tragedia che ha mutato radicalmente la sua vita ricostruendo in particolare gli ultimi anni di Liliana. L’opera che ne deriva è in parte romanzo e in parte dossier, attraverso le testimonianze degli amici e dei genitori, attraverso note, lettere, documenti.
Fa da sfondo alla vicenda il Messico di quegli anni, una società di stampo patriarcale, segnata dall’assenza di democrazia, ammorbata dalla corruzione e fortemente restrittiva in partcolare verso le donne, di cui si disconosceva la libertà di agire e di avere una vita propria, piena e indipendente.


DAL TESTO

Liliana era molto carina, ma si comportava come se non lo sapesse o come se, sapendolo, non vi desse molto importanza. Il suo senso dell’umorismo era più evidente della sua bellezza: scherzava su tutto e tutti in modo festoso e leggero; il suo sarcasmo era molto sottile, molto acuto, e faceva sempre centro. Era una ragazza speciale.
[…….]

Le ho fatto il filo per un po’. Volevo che diventasse la mia ragazza. Ma io cercavo una ragazza un po’ all’antica, a cui tenere la mano e nulla più, e Liliana aveva idee molto diverse su quasi tutto. Diceva, per esempio, che la Bibbia era un bel libro di storie spassose e che la vita di coppia non era altro che un modo di mascherare il desiderio di possesso e di controllo dei ragazzi. Non ci credeva affatto. Non voleva avere un ragazzo.
[….]

Io stavo scendendo dal taxi e, in lontananza, ho visto che Liliana discuteva con un ragazzo bassino e biondo, con dei pantaloncini da ciclista. Lui le dava degli spintoni, obbligandola a retrocedere. Sono corso verso di loro, mi sono gettato su di lui e l’ho fatto cadere. […] Liliana mi ha chiesto di non picchiarlo, dicendo che era il suo fidanzato.
[….]

Si prendevano e si lasciavano continuamente, ma non so chi dei due si allontanava o come tornavano assieme. Credo che lui la chiamasse insistendo, ed era arrivato a ricattarla con la minaccia di farsi del male.


RIFLESSIONI

Sul filo di una prosa asciutta, secca, a tratti spezzata in segmenti di poche parole, Cristina Rivera Garza dà voce alla propria angoscia quando ricostruisce la sua indagine sull’assassinio della sorella intrapresa trenta anni dopo il fatto. Un’indagine portata avanti nonostante i molti intralci dovuti all’inerzia burocratica, alla reticenza delle persone contattate, alla difficoltà di reperire documenti e fascicoli risalenti a tanto tempo addietro. Una prosa che a tratti si rivela persino crudele nell’evocare ricordi e immagini, nel creare suggestioni emotive. Quella dell’autrice non è l’unica voce narrante dell’opera. Ci sono le lettere scritte da Liliana stessa, indirizzate agli amici e qualcuna anche al fidanzato, e soprattutto ci sono le numerose testimonianze dei suoi compagni di studi universitari, il gruppo di cui lei faceva parte, e quelle dei suoi genitori. Qui la prosa si fa più empatica, scorre piana e dolce come le acque di un fiume lento, consegnandoci un ritratto di Liliana che è vivace e struggente al tempo stesso poiché sappiamo già il suo destino.


L’AUTRICE

Francesca Costenaro (n. 1983), dopo aver lavorato nel campo del sociale, si dedica da qualche anno alla scrittura. Esordisce nel 2022 pubblicando La Ragazza dell’Altalena con Land editore, accolto subito con favore dal pubblico dei lettori. La Piccola Bottega delle Erbe è il suo secondo romanzo, e al momento ha tanti progetti nel cassetto che aspettano di venire alla luce.