LA CARRIOLA DI JIMMY RABBIT (traduzione originale)
Traduzione originale e adattamento di Maria Antonietta Vidori del capitolo 5° del testo “The Tale of Jimmy Rabbit” di Arthur Scott Bailey (le illustrazioni provengono dall’edizione inglese).
La storia
In un angolo della Valle Felice, ai piedi della Montagna Blu, si trovava la fattoria di Tony il contadino. La fattoria ospitava molti animali, come la saggia mucca Molly, la bisbetica gallina Enrichetta con le sue altre amiche pennute, o il cavallo Pedro, forte e infaticabile. Oltre agli uccellini e agli scoiattoli che avevano casa sugli alberi nei terreni all’interno del recinto, c’erano anche intere famigliole di conigli. Una di queste era quella del signore e della signora Rabbit.
I
Il signore e la signora Rabbit con i loro sette coniglietti abitavano nella fattoria di Tony il contadino. Jimmy Rabbit era l’ultimo dei loro figli e anche quello che dava più daffare. Aveva sempre delle idee così bizzarre! Ora per esempio si era messo in testa di avere una carriola. Si, una bella carriola lucida di metallo, come quella che Tony il contadino portava nel campo. Lo vedeva andare su e giù tenendo la carriola per i manici e lo invidiava moltissimo. “Deve essere un gioco proprio divertente” pensava “Se potessi farlo anch’io!”
Quando ormai aveva perso quasi le speranze di possedere quell’oggetto tanto desiderato, ecco che un giorno suo padre gli porta a casa una carriola che aveva comprato da Slimmy Faina, il ferrivecchi. Era tutta incrostata di sporco e di ruggine, ma il signor Rabbit l’aveva pulita a dovere, aveva cambiato la ruota e poi l’aveva verniciata di blu e di rosso.
“Bene ragazzo mio, non è quello che volevi?”
“Si! Grazie paparino!” Jimmy Rabbit non stava in sé dalla gioia. Prese la carriola per i manici e cominciò a spingerla tutto orgoglioso intorno al cortile. “Com’è divertente! Non mi stancherà mai di giocarci”.
“Ehm!” tossicchiò il signor Rabbit” Non te l’ho presa solo per giocarci. Dovrai fare anche qualche lavoretto. Per esempio, la userai per portare a casa degli ortaggi freschi ogni mattina”. “Ma certo paparino. Sarà divertentissimo”.
II
Jimmy Rabbit non pensava certo a quanti ortaggi ci sarebbero voluti per nutrire a sufficienza suo padre, sua madre, i suoi quattro fratelli e le sue due sorelle, nonché se stesso.
“Andrò nel campo di Toni il contadino e coglierò le verdure più fresche e tenere”.
Jimmy si mise subito a lavorare sodo nel campo e dopo aver riempito la carriola di una gran quantità di ortaggi incominciò a spingerla allegramente su per la collina verso casa.
“Ti prego, fammi spingere un pochino la carriola!” lo supplicò Frisky Scoiattolo.
“No, nessuno eccetto me può giocare con la carriola”, gli rispose Jimmy.
“Per piacere, fammi tenere un manico soltanto!” lo implorò Billy Marmotta.
“Non si può spingere una carriola tenendola solo per un manico” osservò con superiorità il coniglietto.
Il giorno dopo però, chissà come, a Jimmy Rabbit era passata un po’ la voglia di raccogliere verdure. E il giorno dopo ancora cominciò a pensare che tutto quel lavoro di caricare la carriola e spingerla su per la collina non era poi così divertente. Prima della fine della settimana la sola vista del campo di Tony il contadino lo faceva star male.
Tutti i suoi amici intanto continuavano a chiedergli con insistenza il privilegio di spingere la carriola. Jimmy Rabbit aveva sempre rifiutato con decisione, ma ora ebbe un’idea.
III
“Stammi a sentire”, disse a Frisky Scoiattolo “se tu non fossi il mio migliore amico non ti concederei mai di fare una cosa simile. E comunque non aspettarti che te la lascerò fare tanto spesso…”.
“Fare cosa?” chiese Frisky.
“Ma spingere la mia carriola!” esclamò Jimmy.
Frisky scoiattolo si mise a saltare dalla gioia. “Hurrah! Posso spingerla adesso, prima che tu la riempia di verdura?”
“A dir la verità, si sta facendo tardi. Mia madre mi aspetta da un momento all’altro. Ti permetterò di spingere la carriola con gli ortaggi su per la collina. Ma prima devi raccoglierli”.
Frisky non se lo fece dire due volte e riempì la carriola di cavoli, rape, lattuga e piselli, mentre Jimmy Rabbit se ne stava placido a guardare.
“Ecco” esclamò Jimmy quando la carriola fu piena fino all’orlo “Ora possiamo tornarcene a casa” e con un salto si sistemò comodamente in cima al carico. “Così ” spiegò “ farò in modo che le verdure non caschino per terra. Dal momento che non hai mai guidato una carriola, potresti farla oscillare da una parte e dall’altra e dovremmo continuamente fermarci a raccogliere un cavolo o una rapa”.
IV
Frisky non aveva per niente voglia di spingere la carriola con sopra anche Jimmy Rabbit, dopo tutta la faticaccia di raccogliere le verdure. Ma per paura che il coniglio si rimangiasse la parola impugnò i manici dell’attrezzo e cominciò a spingerlo faticosamente su per la collina. Sbuffava e ansimava e doveva spesso fermarsi per riprendere fiato. Quando alla fine raggiunse la casa di Jimmy era così sfinito che a malapena salutò il suo amico e se ne tornò indietro ciondoloni per la stanchezza .
Il giorno dopo Frisky Scoiattolo si guardò bene dall’avventurarsi nel campo di Toni il contadino.
Jimmy Rabbit non se ne preoccupò. C’era infatti un sacco di altra gente che voleva spingere la carriola. Questa volta l’onore toccò a Billy Marmotta. La storia si ripetè, pari pari. Jimmy se ne rimase a sedere comodamente sul prato osservando il suo amico che andava di qua e di là a raccogliere le verdure per lui; poi, a lavoro ultimato, spiccò un salto sulla carriola stracolma e si fece trasportare fino a casa.
Ben presto non solo Frisky Scoiattolo, ma anche Billy Marmotta e uno ad uno tutti gli altri amici di Jimmy cominciarono a evitare accuratamente il campo di verdure. Alla fine non ci fu più nessuno che volesse spingere la carriola, nessuno eccetto Fatty Procione. A dir la verità Jimmy non lo considerava un amico, lo temeva anzi un po’. Aveva sempre paura che gli attaccasse qualcuno dei suoi morsi. Ma Fatty fu così insistente che Jimmy Rabbit acconsentì a concedergli la sua parte di divertimento (faceva sempre attenzione a definire come “divertimento” il raccogliere le verdure e lo spingere la carriola).
V
Quando la carriola fu piena Jimmy Rabbit come al solito saltò in cima al carico, ma non perdeva di vista Fatty nemmeno per un momento, per paura che gli addentasse ìuna gamba. Fatty Procione era assai più forte degli altri amici di Jimmy, ma ciò nonostante anche lui dopo un po’ incominciò a sentire la stanchezza e si fermò sulla salita.
“Cosa c’è che non va?” chiese Jimmy Rabbit “ Non sei mica stanco?”
“No, ma è più faticoso di quanto pensassi. E poi, mi sta venendo una fame terribile”.
A queste parole Jimmy Rabbit rabbrividì dalla paura. Aveva una voglia matta di scappare, ma se lo avesse fatto sicuramente Fatty Procione se ne sarebbe andato via con la sua bella carriola.
“Santo cielo! Divento più affamato ogni minuto che passa!” esclamò Fatty Procione massaggiandosi lo stomaco. A Jimmy Rabbit venne un’idea. Afferrò una manciata di piselli freschi e la gettò a Fatty. “Ecco!” disse “Mangiali e ti sentirai subito meglio”.
Fatty Procione li ingoiò con avidità e poi reclamò “Ancora! Ne voglio ancora!” La buona educazione non era certo una sua dote. Jimmy gli gettò due manciate di piselli ma Fatty non era ancora soddisfatto e volle dell’altra verdura. Così Jimmy prese una rapa dal carico e dopo di questa gli gettò anche un cavolo e un cespo di insalata. Fatty Procione sembrava insaziabile e: “Ancora! Ancora! Ancora!” continuava a ordinare.
VI
Con grande sgomento Jimmy Rabbit si accorse che le verdure erano quasi finite. E infatti dopo poco rimase solo una rapa, molto grossa e pesante. Il coniglietto la sollevò con fatica e la gettò con tutta la sua forza a Fatty Procione.
Fatty stava proprio aprendo la bocca per dire “Ancora!” ma non riuscì a pronunciare una sillaba. La grossa rapa gli atterrò dritta sulla pancia facendolo rimanere senza fiato. Con un gemito capitombolò a terra e poi, grasso com’era, cominciò a rotolare via giù per la collina.
E poi portò la carriola vicino al pozzo dietro casa, la riempì d’acqua e ci saltò dentro rimanendoci a mollo per una buona mezz’ora.
“Non è poi così divertente spingere una carriola” pensò soddisfatto “E’ molto meglio usarla come piscina!” Era davvero buffo a vedersi e in qualsiasi altro momento Jimmy Rabbit sarebbe scoppiato in una bella risata. Ma, ancora atterrito al pensiero che uno dei suoi cosciotti, o tutti e due, sarebbero potuti diventare un pasto delizioso per Fatty Procione, agguantò i manici della carriola e corse a casa a grandi salti.
Il giorno seguente Jimmy Rabbit disse a suo padre che portare la carriola gli aveva fatto venire un tremendo mal di schiena e che per qualche tempo purtroppo non avrebbe potuto usarla. Poi portò la carriola vicino al pozzo dietro casa, la riempì d’acqua e ci saltò dentro rimanendoci a mollo per una buona mezz’ora. “Non è poi così divertente spingere una carriola” pensò soddisfatto “E’ molto meglio usarla come piscina!”
Testo tradotto: © Maria Antonietta Vidori
L’autore
Arthur Scott Bailey (1877-1949) è stato uno scrittore americano autore di oltre 40 libri dedicati all’infanzia. I suoi racconti, ambientati in una fattoria, hanno per protagonisti degli animali che rispecchiano le attitudini, i sentimenti e le emozioni proprie del genere umano, e le loro vicende sono divertenti, piacevoli alla lettura e spesso contengono delle profonde verità. Tra le sue raccolte di narrativa sono da annoverare le Storie della buonanotte e Storie da Pisololandia.
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